DALLA CASERMA DI BOLZANETO AL CONSIGLIO COMUNALE? NO!

Almeno questa ce la siamo risparmiata: Ernesto Cimino, l’ufficiale della polizia penitenziaria sotto processo per le torture nella caserma di Bolzaneto durante il G8 di Genova, ha ritirato la sua candidatura per l’elezione del prossimo consiglio comunale di Falconara dopo che ieri le notizie sulle sue vicende professionali-giudiziarie erano uscite sulla stampa locale.

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  157. rk says:

    UNA PICCOLA GUANTANAMO IN ITALIA
    Lettera testimonianza di un prigioniero arabo-islamico nelle carceri italiane

    Bouhrama Yamine dal supercarcere di Siano (CZ)

    «A gennaio 2008 è stata aperta una nuova sezione EIV a Benevento, composta da soli prigionieri islamici, una decina in tutto: 5 algerini, 2 iracheni, un egiziano, un tunisino ed un anziano palestinese di 82 anni con problemi di salute, da 17 anni in carcere in Italia per l’Achille Lauro; provenienti dalle sezioni EIV di Siano – Catanzaro (5), Poggioreale (2), Carinola (1), Sulmona (1) e Parma (1).

    La struttura della sezione è già di per se significativa: bocche di lupo alle finestre oltre alle reti, reti sopra il passeggio, e ancora luce e televisione vengono spente a mezzanotte; non sono state consegnate le audiocassette con contenuto religioso già consentite nei carceri di provenienza e i libri permessi in cella sono limitati al numero di 5.

    Il regime di detenzione si è subito rivelato di tipo intimidatorio e teso ad imporre una disciplina vessatoria e militaresca: a titolo di esempio tra le altre angherie si impone ai prigionieri di stare in piedi, in silenzio e di spegnere il televisore durante la quotidiana battitura delle sbarre della finestra in cella; a chi distribuisce il vitto (uno dei dieci suddetti prigionieri) viene imposto con minacce da tre guardie sempre dietro di non parlare con gli altri. In particolare, il 10 febbraio, una guardia ha minacciato due lavoranti di portarli in isolamento e di picchiarli se non avessero accettato le loro imposizioni.

    Dal loro comportamento si presume che le guardie addette a questa sezione appartengano ai Rom (ex Gom) già tristemente famose per i noti fatti di Bolzaneto del G8 di Genova.

    Il giorno mercoledì 27 febbraio alle ore 10,30, il sottoscritto Bouhrama Yamine, in seguito ad una protesta verbale, in risposta ad una guardia che con il solito tono provocatorio mi ha detto di non impiegare più di dieci minuti per la doccia, questa guardia mi ha risposto di chiudere la bocca e di rientrare in cella, poi mi si è avvicinato e mi ha colpito con un pugno in faccia, quindi sono intervenute due guardie che mi hanno portato in cella.

    Alle ore 12 è tornata la guardia che mi ha colpito, per farmi uscire dalla cella e mi ha insultato. A questo punto c’è stata una colluttazione in cui sono intervenute altre guardie con calci e pugni.

    Gli altri prigionieri hanno fatto subito la battitura, quindi sono intervenuti un ispettore ed un brigadiere che mi hanno rinchiuso in cella. Dopo due ore, alle 14,10, è venuto lo stesso brigadiere che mi ha detto di seguirlo dal medico per farmi visitare.

    Quando sono sceso, arrivato nel corridoio dove c’è l’infermeria, che è al piano sottostante la sezione, sono stato colpito da una guardia con un pugno in testa, davanti al brigadiere ed all’ispettore, poi trascinato da tre guardie di fronte al medico che mi ha solo guardato in faccia senza visitarmi e ha detto al brigadiere che tutto era a posto!

    Poi mi hanno trascinato un’altra volta in una cella a cinque metri di distanza dall’infermeria, dove sono entrate dieci guardie che hanno cominciato a picchiarmi con calci e pugni, alla testa e nel corpo, sbattendomi anche la testa sul muro, per dieci minuti; tutto questo è successo alla presenza dell’ispettore, del brigadiere e del medico.

    Quando hanno finito di pestarmi, mi hanno spogliato nudo con la forza e minacciato che se parlavo sarei morto.

    Gli altri prigionieri sentendo le mie urla per quanto stava accadendo, hanno fatto subito una battitura di protesta.

    Per tre giorni sono rimasto in quella cella ed ho fatto lo sciopero della fame. Il giorno 28 febbraio ho chiesto la matricola per fare la denuncia ma non mi è stato permesso.

    Il 29 febbraio alle ore 9,30 sono andato al consiglio di disciplina dove ho esposto l’accaduto al direttore ed al comandante del carcere, a cui hanno risposto dandomi una punizione di 15 giorni di isolamento.

    Il giorno 1 marzo vengo chiamato per essere trasferito; quando ero già salito sopra il furgone, un ispettore mi minacciava un’ultima volta dicendomi di non parlare di quanto era successo.

    Adesso sono stato trasferito al carcere di Siano – Catanzaro dove ho scontato i 15 giorni di isolamento alle celle di punizione e dove, infine, sono stato ricondotto nella sezione EIV per soli prigionieri politici.

    Bouhrama Yamine

    Siano 24-03-08

  158. ... says:

    La Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia ha preso posizione rispetto
    ai gravi fatti di Bolzaneto di cui si celebra il processo. Coivolti anche gli agenti penitenziari

    La Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia, che raccoglie le associazioni di volontariato che operano nelle carceri, si augura
    che sia fatta al più presto piena luce sulle responsabilità degli agenti e graduati delle varie forze di polizia imputati di comportamento inumano e
    degradante verso i manifestanti fermati nei fatti di Genova. Sia i mandanti che
    gli esecutori delle violenze – tra questi alcuni appartenenti al Corpo della Polizia Penitenziaria – devono essere giudicati con imparzialità e senza sconti,
    perchè tortura e violenza nulla hanno a che vedere con civiltà e giustizia.
    Ricorrenti episodi di violenza da parte di agenti della Polizia Penitenziaria, come i fatti di Sassari del 2003 o le oscure imprese delle squadrette punitive ancora oggi operanti in alcuni istituti, sono indegni di un Corpo che legittimamente ambisce a svariati compiti extra moenia e addirittura di affiancamento degli assistenti sociali nell’ambito degli uffici per l’esecuzione penale esterna (ipotesi peraltro fortemente avversata da tutto il mondo del volontariato impegnato in ambito giustizia). Piuttosto che prendere posizioni insostenibili in difesa degli imputati, le Organizzazioni sindacali della Polizia Penitenziaria, dovrebbero dimostrare all’opinione pubblica la capacità del sistema di isolare le mele marce, per la tutela di tutti gli altri operatori della giustizia che, con professionalità, garantiscono la sicurezza dei cittadini e collaborano al recupero dei detenuti.
    I volontari che operano quotidianamente a fianco degli agenti, sanno che il corpo della Polizia Penitenziaria è sano e crede nella capacità di ogni uomo di reinserirsi nella società, una volta scontata la pena. Fin dall’insediamento del Dr Ettore Ferrara a capo del dipartimento Amministrazione Penitenziaria, la Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia ha chiesto di essere cooptata durante i corsi di formazione degli agenti perchè si crei da subito con i volontari penitenziari un clima
    di comprensione e collaborazione fattiva.

  159. rk says:

    La richiesta dei pubblici ministeri che indagano sull’irruzione alla Diaz
    nei confronti dell’ex capo della polizia per istigazione alla falsa testimonianza
    G8 di Genova, per De Gennaro
    pm chiedono rinvio a giudizio

    Gianni De Gennaro
    GENOVA – Chiesto il rinvio a giudizio per Gianni De Gennaro. I pubblici ministeri che indagano sui fatti del G8 di Genova hanno chiesto il rinvio a giudizio dell’ex capo della polizia per aver istigato l’ex questore di Genova Francesco Colucci a rendere falsa testimonianza durante il processo per la sanguinosa irruzione nella scuola Diaz. La notizia, anticipata da un quotidiano, è stata confermata all’Ansa dal procuratore aggiunto Mario Morisani.

    De Gennaro era stato raggiunto dall’avviso di fine indagini a fine novembre scorso. L’ex capo della polizia, ora commissario straordinario per l’emergenza rifiuti in Campania, aveva depositato il 18 gennaio scorso in procura una memoria difensiva in cui aveva ribadito di non aver mai indotto Francesco Colucci a rendere falsa testimonianza.

    L’inchiesta che coinvolge De Gennaro nasce dal processo per l’irruzione alla Diaz nel luglio 2001. Nel corso di un’udienza in cui venne chiamato come testimone l’ex questore del capoluogo ligure Colucci, rilasciò una serie di dichiarazioni per le quali la procura chiese l’iscrizione al registro degli indagati per falsa testimonianza. Per il reato di istigazione alla falsa testimonianza fu invece indagato De Gennaro che si giustificò sostenendo che Colucci potrebbe aver equivocato quella che era solo una chiacchierata sulla vicenda Diaz. La spiegazione non avrebbe però convinto i pm Enrico Zucca e Francesco Cardona Albini, e con loro il procuratore aggiunto Mario Morisani.

    (29 marzo 2008)

  160. r says:

    Cimino si ritira!

    FALCONARA Il colonnello della Polizia penitenziaria Ernesto Cimino «rinuncia irrevocabilmente» alla candidatura a consigliere comunale nella lista Puntoeacapo «a causa della vicenda giudiziaria che lo vede imputato nel processo per i fatti accaduti al G8 di Genova». La richiesta di condanna a 3 anni e 6 mesi formulata dai Pm ha scosso la città e Cimino, che pure si dice sereno, fa un passo indietro per «evitare qualsiasi strumentalizzazione nella campagna elettorale». Il candidato a sindaco della civica Giancarlo Sorana esprime «personalmente e a nome di tutti i componenti della lista solidarietà e sostegno morale a Cimino e alla sua famiglia, certi della assoluta innocenza». Diversa la lettura della vicenda data da Csa Kontatto, Ambasciata dei diritti e Rete delle comunità resistenti delle Marche che chiedevano di riconsiderare la candidatura di Cimino: «Un conto è la responsabilità giudiziaria personale, ben altro la responsabilità morale e politica».

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