GENOVA, COSENZA, FIRENZE: NESSUN RIMORSO SOLO SOLIDARIETA’ PER I COMPAGN*

Sono arrivate nel tardo pomeriggio di oggi venerdì 14 dicemnbre 2007 le condanne dell’unico processo sui fatti del G8 di Genova che è arrivato alla fine, che non ha subito intoppi o insabbiamenti: quello contro i manifestanti. Per lo stato italiano quindi la colpa sta solo dalla parte di chi era in piazza quel luglio a manifestare contro il vertice del G8; delle cariche al corteo autorizzato di via Tolemaide, delle violenze indiscriminate contro donne, bambini, anziani, invalidi per le strade, della "macelleria messicana" della Diaz o delle "barbarie cilene" della caserma di Bolzaneto niente. Lo stato si è assolto, come sempre. E allora a che titolo si può oggi parlare di giustizia?

IN OGNI CASO NESSUN RIMORSO

SUPPORTOLEGALE.ORG - COMUNICATO STAMPA 

La sentenza del processo contro 25 manifestanti per gli scontri avvenuti durante le proteste contro il g8 a Genova, ha deciso qual è il prezzo che si deve pagare per esprimere le proprie idee e per opporsi allo stato di cose presenti: 110 anni di carcere. Il tribunale del presidente Devoto e dei giudici a latere Gatti e Realini, non ha avuto il coraggio di opporsi alla feroce ricostruzione della storia collettiva ad uso del potere che i pm Andrea Canciani e Anna Canepa gli ha richiesto di avvallare.

 

 


Anzi, ha fatto di peggio. Ha scelto di sentenziare che c’è un modo buono per esprimere il proprio dissenso e un modo cattivo, che ci sono forme compatibili di protesta e forme che vanno punite alla stregua di un reato di guerra.
Per completare l’opera ha anche fornito una consolazione a fine processo per i difensori e gli "onesti cittadini", chiedendo la trasmissione degli atti per le false testimonianze di due carabinieri e due poliziotti, un contentino con cui non si allevia il peso della sentenza e il cui senso di carità a noi non interessa.

Il tribunale di Genova ha scelto di assecondare tutte quelle forze politiche, tutti quei benpensanti, tutti quegli avvocati, che – coscientemente – speravano che pochi, ancora meno dei 25 imputati, fossero condannati per poter tirare un sospiro di sollievo, per poter sapere dove puntare il proprio dito grondante morale e coscienza sporca. L’uso del reato di devastazione e saccheggio per condannare fatti avvenuti durante una manifestazione politica apre la strada a un’operazione pericolosa, che vorrebbe vedere le persone supine alle scelte di chi governa, inermi di fronte ai soprusi quotidiani di un sistema in piena emergenza democratica, prima ancora che economica. Nessuno di coloro che era a Genova nel 2001 e che ha costruito carriere sulle parole d’ordine di Genova, salvo poi tradirle con ogni voto e mezzo necessario, ha voluto schierarsi contro questa operazione assurda e strumentale: nessuno, o quasi, in tutto l’arco del centro sinistra al governo ha saputo dire che a Genova, tra coloro i quali oggi sono stati condannati ad anni di galera, avrebbe dovuto esserci tutti quanti hanno partecipato a quelle giornate.

La stessa cosa è stata portata avanti anche da molti dei movimenti, e molte delle persone che hanno cercato di sabotare i contenuti della manifestazione che solo tre settimane fa, il 17 novembre, ha riempito le strade di Genova: hanno voluto annebbiare le persone su chi fossero coloro che si battevano per un modello di vita e di società diverso, e chi difendeva il modello che viviamo sulla nostra pelle tutti i giorni; hanno voluto confondere le acque, forse perché anche la loro dignità è confusa. E allora decine di comunicati sulle possibili Commissioni Parlamentari, sulla Verità e sulla Giustizia, e troppe poche parole su 25 persone che stavano avviandosi a diventare capri espiatori di un potere che ha avuto paura.
Genova però non si cancella con il revisionismo a mezzo procura, né con le pelose scelte di comodo e gli scheletri nascosti negli armadi. Le 80.000 persone che lo scorso 17 novembre hanno sfilato per le vie di Genova, non chiedevano una Commissione Parlamentare, bensì che 25 persone non diventassero il paravento dietro cui seppellire un passaggio storico scomodo, che ha messo in discussione l’attuale sistema di vita e di società. Siamo convinti che quelle 80.000 persone ci ascoltano e non permetteranno a un’aula di tribunale di espropriare la propria memoria e devastare le vite di 24 persone.
A maggior ragione oggi, con una sentenza che cerca di schiacciarci e farci vergognare di quello che siamo stati e quello che abbiamo vissuto, di dipingere quei momenti di rivolta a tinte fosche anziché con la luce e la dignità che meriterebbero i momenti più genuini che esprimono la volontà popolare, noi diciamo che non ripudieremo nulla, che non chiederemo scusa di nulla, perché non c’è nulla di cui ci pentiamo o di cui sentiamo di dover parlare in termini diversi che del momento più alto della nostra vita politica.

Noi pensiamo che tutti coloro che erano a Genova dovrebbero gridare: in ogni caso nessun rimorso. Nessun rimorso per le strade occupate dalla rivolta, nessun rimorso per il terrore dei grandi asserragliati nella zona rossa, nessun rimorso per le barricate, per le vetrine spaccate, per le protezioni di gommapiuma, per gli scudi di plexiglas, per i vestiti neri, per le mani bianche, per le danze pink, nessun rimorso per la determinazione con cui abbiamo messo in discussione il potere per alcuni giorni.
Lo abbiamo detto il giorno dopo Genova, e in tutti questi anni: la memoria è un ingranaggio collettivo che non può essere sabotato. E per tutto quello che Genova è stata e ha significato noi non proveremo nessun rimorso. Oggi, come ieri e domani, ripeteremo ancora che la Storia siamo Noi. Oggi, come ieri e domani, diremo di nuovo: in ogni caso nessun rimorso.

SUPPORTOLEGALE

info@supportolegale.org

This entry was posted in KONTATTO IN LOTTA. Bookmark the permalink.

79 Responses to GENOVA, COSENZA, FIRENZE: NESSUN RIMORSO SOLO SOLIDARIETA’ PER I COMPAGN*

  1. Pingback: Casino online pal pay.

  2. Pingback: Cheap phentermine online 37 5.

  3. Pingback: Online casino.

  4. Pingback: Phentermine 37.5 180 doses no prescription.

  5. Pingback: Bigcasinolist com a world guide to casinos.

  6. Pingback: Casino free money online results gambling play.

  7. Pingback: Buy phentermine online 37.5mg no prescription.

  8. Pingback: Best casino online pay.

  9. Pingback: Casino online pal pay.

  10. Pingback: Online casino.

  11. Pingback: Online casino.

  12. Pingback: Free casino games online.

  13. Pingback: Online casino.

  14. Pingback: Online casino.

  15. Pingback: Best rated online casinos.

  16. Pingback: Bingo casino free game online play.

  17. Pingback: Casino online play for free.

  18. Pingback: Casino gambling in north carolina.

  19. Pingback: Instant no deposit new casino bonus codes.

  20. Pingback: No deposit casino chips bonus codes free chips.

  21. Pingback: Free online casino games.

  22. Pingback: Online casino gambling guide at gambling win com.

  23. Pingback: Phentermine cheap.

  24. Pingback: Free casinos online www.free-onlinecasinos.org.

  25. Pingback: Best pay casino online.

  26. Pingback: Phentermine and methamphetamine.

  27. Pingback: Casino online pal pay.

  28. Pingback: Buy phentermine online.

  29. Pingback: Online casino.

  30. Pingback: Online slot machine www.casino-slot-machine.net.

  31. Pingback: Online casino.

  32. Pingback: Free online casino games.

  33. Pingback: Cheap airline tickets.

  34. Pingback: Generic phentermine.

  35. Pingback: Online casino.

  36. Pingback: Penny video poker online casino.

  37. Pingback: Casino gambling gaming online slot.

  38. Pingback: Online phentermine.

  39. Pingback: Side effects of phentermine.

  40. Pingback: Internet casino gambling.

  41. Pingback: Discount phentermine.

  42. Pingback: Best rated online casinos.

  43. Pingback: Online phentermine.

  44. Pingback: Best pay casino online.

  45. Pingback: Percocet 7.5.

  46. Pingback: Connecticut casinos.

  47. Pingback: Online casino.

  48. Pingback: Free online casino tournaments.

  49. Pingback: Aicpa industry audit guide on casinos.

  50. Pingback: Phentermine work.

  51. Pingback: Best pay casino online.

  52. Pingback: Payday loans.

  53. Pingback: Free online casino games.

  54. Pingback: Phentermine without prescription.

  55. Pingback: Free casino games online.

  56. Pingback: Faxless payday loans.

  57. Pingback: Low fee payday loans.

  58. Pingback: No telecheck payday loans.

  59. Pingback: Xanax dosage.

  60. Pingback: Free cellular south ringtones.

  61. Pingback: North carolina bedroom furniture.

  62. Pingback: Online casino.

  63. Pingback: shupitoriko blog

  64. Pingback: shupitoriko blog

  65. Pingback: shupitoriko blog

  66. Pingback: Living room furniture.

  67. Pingback: Fioricet without a prescription.

  68. Pingback: bloetura blog

  69. Pingback: bloetura blog

  70. Pingback: bloetura blog

  71. Pingback: Office furniture.

  72. Pingback: Worried sick about unborn baby due to hydrocodone.

  73. rk says:

    SULLA MANIFESTAZIONE DI COSENZA DEL 2 FEBBRAIO..
    Inviato da autonomix | 3 Feb, 2008

    [Comunicato Coordinamento LiberiTutti]

    Assolutamente un successone

    Non potremmo definire altrimenti la manifestazione nazionale di sabato, non potrebbe passare diversamente agli archivi della memoria nostra e della città tutta.

    Chi, dal basso o dall’alto, ha pensato bene di provare a gettare discredito sul risultato ottenuto dal movimento dei movimenti, sceso festosamente in piazza, lo ha fatto certo non per amor di cronaca o di responsabilità ma perché, i pennivendoli cosentini tutti, assolutamente funzionali alla realizzazione dei piani criminosi che si perpetrano in questa città, non possono certo tradire le aspettative dei loro finanziatori/fiancheggiatori occulti, spesso i soggetti contro i quali, il movimento cosentino si scaglia nel combattere le sue battaglie per le libertà e la giustizia sociale.

    Ridurre ad una mera questione numerica la portata della giornata di ieri, ricorda il tentativo di qualcuno di voler definire sovversione la presa di coscienza di tanti e tante che ancora, vogliono credere e vogliono lottare per rendere il mondo un qualcosa di diverso; pubblicare di negozi chiusi e commercianti trincerati dietro sbarre, è ammettere candidamente della faziosità che contraddistingue le redazioni cittadine; provare a riesumare simboli e frasi che Cosenza non ha mai conosciuto, sa semplicemente di barzelletta fuori tempo.

    E ieri si è scesi in piazza per ribadire questo: Cosenza è una città viva, poco incline a subire passivamente strumentalizzazioni di sorta, solidale e schierata al fianco dei suoi figli perseguitati da un teorema visionario, un romanzo, un qualcosa che insomma tutto è, tranne che un impianto accusatorio presentato per come la legge dispone ovvero basato su delle prove certe.

    Dunque, si riparte dalla piazza, piazza Zumbini per l’esattezza, piazza scelta non a caso: dice Voltaire, che per misurare il grado di democrazia d’un popolo, basterebbe fare un giro nelle sue carceri; crediamo noi, che altro strumento per tastare il polso al grado di democraticità d’una nazione, sia indagarsi su quante morti bianche vi occorrano ogni anno…
    Proprio per voler dare luce a questo dolente tasto, è stato scelto il monumento ai caduti sul lavoro per far da sfondo al concentramento dei manifestanti, una sirena da “inizio turno” per scandirne la partenza.

    Già la massiccia partecipazione alle iniziative d’avvicinamento alla data di sabato, ci aveva confortato e non poco, donandoci ottimismo nell’immaginare del corteo.
    Ma la sete di partecipazione di Cosenza, ieri, ha stupito anche noi, ed in specie quando il serpentone s’è inerpicato tra le strade del centro storico, fredde ed ammuffite mura ma abitate da gente col cuore grande.

    Questo è il dato che ci interessa analizzare e rilanciare: la gente non ha mai smesso di credere e d’essere cosciente che è la partecipazione l’unico strumento di cui dispone per far sentire la sua voce ed anche se cittadini in una terra martoriata ed erosa nelle sue viscere dal malaffare, nella quale ogni tentativo di creare una rete permanente promossa da chi non vuole piegarsi a queste logiche di prevaricazione viene immediatamente ostraciato da questure, procure e scagnozzi vari, anche loro, i signorotti detentori dei poteri forti, tremano dinnanzi ad una partecipazione viva come quella di sabato, mossa sulla scia dell’indignazione provocata dal loro atteggiarsi in città.

    Sosteniamo dunque, essere l’incontro il momento dal quale far emergere la voglia di cambiamento mostrata ieri dai cosentini.
    Incontro e confronto, quali reazioni genuine da contrapporre alle illiberali coercizioni che s’abbattono quotidianamente sulle nostre vite.
    Incontro e confronto che, proprio perché uniche armi in mano nostra, dovranno avvenire come sempre alla luce del sole.

    Rilanciamo dunque, come nelle giornate di preparazione del corteo, l’idea di far ruotare il dissenso e la voglia di sovvertire alle dinamiche che ci vorrebbero perdenti, attorno al chiosco comunale sito in piazza XI settembre, cui chiederemo il prolungamento della concessione. Che diventi il punto di raccolta del malcontento d’ogni cittadino, che diventi il punto di partenza per la costruzione d’una nuova città vivibile. Che faccia circolare non solo appelli di solidarietà a chi si trova sotto processo, ma anche a chi nei territori lotta per non farsi schiacciare da logiche che impongono il malaffare prima della dignità della popolazione.
    Intanto ricordiamo che lunedì 4 febbraio, nell’aula di Corte d’Assise riprenderà il processo con le arringhe della difesa, certi che il collegio difensivo non incontrerà nessuna difficoltà a rendere, agli occhi della Corte, semplicistiche le accuse mosse dal Fiordaliso.

    Cosenza, domenica 3 febbraio 2008
    COORDINAMENTO LIBERITUTTI

    Sito Internet: http://www.cosenza2febbraio.org

  74. r says:

    Il Tribunale di Firenze ha deciso di abolire ogni unità di misura ed ha
    condannato a sette anni di reclusione i tredici imputati per gli incidenti
    al Consolato USA del 13 maggio 1999 in occasione dello
    sciopero/manifestazione indetto dal sindacalismo di base contro la
    partecipazione dell’Italia alla guerra nei Balcani.

    Sette anni per aver preso un sacco di legnate a mani nude. Sette anni a
    conferma che nella società contemporanea non c’è più misura. Nello
    sfruttamento come nelle sentenze dei tribunali. Sette anni vengono dati per
    omicidio (con le attenuanti). Cinque per banda armata. Qualche manciata di
    mesi per stupro, nulla per gli omicidi sul lavoro. Non parliamo della
    signora Dini e dei suoi traffici internazionali finiti con una pena
    abbondantemente sotto l’indulto.

    Questi giudici ci fanno tornare in mente i colonnelli greci e lo
    Shakespeare di “Misura per misura”: viviamo la nostra contemporaneità nella
    svalutazione dei valori, dunque il dramma è quanto mai attuale..

    La Magistratura interpreta la crisi verticale della rappresentanza
    politica, quella società dello spettacolo andata in onda anche pochi giorni
    fa al Senato, e della sua incapacità di controllare spinte e conflitti
    sociali.

    Non si deve manifestare, tanto meno contro la guerra. E poi, se al governo
    c’è il centrosinistra è ancora più grave, viene meno ogni “giustificazione
    politica”.

    E’ il trend giudiziario di Genova e di Cosenza. E’ l’altra faccia del
    delirio securitario che vuole incarcerare tutti i romeni che scappano dalla
    Romania a causa dei “nostri” imprenditori arrivati a sfruttare la forza
    lavoro locale per 80 euro al mese.

    A Firenze c’è la mano precisa dei DS in questa sentenza. Dopo aver
    riesumato le ordinanze (1933) del Podestà per deportare i lavavetri, hanno
    dichiarato la guerra ai poveri colpevoli di avere cattiva incidenza sul
    turismo ­ come se Firenze non fosse una città internazionale e cosmopolita.
    Ed ora indicano nelle case occupate, nei richiedenti asilo che esodano
    dalle guerre il prossimo nemico da colpire.

    La città va affidata a guardie pretoriane che devono esercitare il
    controllo assoluto non solo sui movimenti, ma sui corpi e sulle menti,
    perchè cresce la marea dei senza reddito, senza casa, senza cittadinanza e
    che devono rimanere anche senza voce.

    Queste sentenze vogliono sancire lo slittamento del conflitto sociale
    all’interno della normativa penale. Imputate/i capri espiatori,
    diversificati per provenienza ed estrazione, per poter esercitare su di
    loro una giustizia altrettanto diversificata. Per sperimentare la tenuta di
    “nuovi” reati, quali devastazione e saccheggio, mantenendo i “vecchi”
    resistenza e danneggiamento.

    Daremo vita ad una campagna nazionale su questa sentenza capace di
    coinvolgere tutto quanto si
    muove nella società italiana per garantire la libertà di movimento e la
    demolizione di questa e delle altre sentenze.
    RICORDIAMO I FATTI

    Il 13 maggio 1999 lo sciopero delle organizzazioni di base fu un grande
    successo (a Firenze 3.000 in piazza). Lo sciopero dimostrò la possibilità
    di lottare contro la guerra NATO nei Balcani, guerra sostenuta dal governo
    di allora, guidato da D’Alema, e definita da CGIL-CISL-UIL “una contingente
    necessità”. A corteo concluso davanti al Consolato Americano partirono,
    senza preavviso, durissime cariche poliziesche: candelotti sparati ad
    altezza d’uomo, 5 manifestanti costretti alle cure ospedaliere, mentre
    tanti altri contusi evitarono gli ospedali. L’atteggiamento delle forze
    dell’ordine fu conseguente alla circolare D’Alema-Iervolino (“perché non
    vengano tollerate manifestazioni contro basi militari e sedi governative”).
    Un paese in guerra adegua il comportamento della propria polizia alla
    situazione bellica. Un video mostrò l’esatta dinamica delle cariche – video
    ripetutamente fatto vedere dalla trasmissione “Striscia la notizia”, anche,
    strumentalmente, nei confronti del centrosinistra al governo.

    Già le richieste del pubblico ministero apparivano SURREALI: dai 4 ai 5
    anni per “resistenza a pubblico ufficiale.

    La sentenza dimostra che ancora una volta la realtà supera la fantasia!

    MA NON FINISCE QUI!

    Movimento Antagonista
    Toscano ­ Confederazione Coba

  75. rk says:

    50 anni di pena, questa la richiesta del pm per gli imputati del Sud
    Ribelle. Siamo giunti alle battute finali del processo che si tiene a
    Cosenza e che vede coinvolte 13 persone, accusate a vario titolo di
    associazione sovversiva, ai fini di impedire l’esercizio delle funzioni
    del Governo italiano durante il Global Forum di Napoli e al G8 a Genova
    nel luglio 2001 e creare una più vasta associazione composta da migliaia
    di persone volta a sovvertire violentemente l’ordinamento economico
    costituito nello Stato. Niente male, come impianto.
    Un processo che fin dalle sue premesse si farà ricordare come
    tragicamente farsesco, grottesco, una commedia all’italiana, più ‘I
    Mostri’, che non ‘I Soliti Ignoti’.
    I momenti in cui non si ride, corrispondono con la lettura delle
    richieste del pm Fiordalisi, voglioso di prendersi qualche attimo di
    gloria. Peccato sia oscurato dalla querelle Prodi si, Prodi no.
    Le pene vanno dai 2 anni e sei mesi ai sei anni. Per tutti gli
    imputati sono state richieste anche misure di sicurezza, da tradursi in
    libertà vigilata per periodi che vanno da un anno a tre anni.
    Le comiche però non mancano nell’iter processuale: è il 2002 quando
    alcuni piccoli funzionari di polizia si fanno il giro delle procure
    d’Italia per trovarne una disponibile a mettere sotto processo la rete
    di attivisti che organizzò il controvertice di Napoli 2001. Incontrano
    molte porte in questo peregrinare: gli sbattono tutte in faccia tranne
    una, quella della procura di Cosenza e del pm Fiordalisi il cui
    imperituro ricordo si lega a quattro inchieste del CSM su di lui e
    ad inchieste particolari: fu lui a chiudere l’inchiesta sulla Jolly Rosso
    nave facente parte del progetto COMERIO, su cui anche Ilaria Alpi stava
    seguendo la pista. E’ il 15 novembre 2002 le case di decine di attivisti
    di Napoli, Cosenza, Taranto, Vibo Valentia, Diamante e Montefiscone,
    vengono nottetempo devastate dalle perquisizioni delle forze dell’ordine:
    il risultato è venti persone arrestate, ad altri cinque furono notificati
    gli arresti domiciliari, quarantatre persone finirono indagate nel filone
    di inchiesta, computer, libri, intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche.
    Ancora una volta ci tocca dire “Nessun rimorso”: come per Genova, così
    per Napoli non ci può essere alcun rimorso in chi ha tentato di opporsi al
    potere economico mondiale. Per questo, per dimostrare a questi 13
    imputati di non essere soli, saremo in piazza a Cosenza il 2 Febbraio.
    La Storia siamo noi.
    Supportolegale

  76. supporto legale says:

    Cosenza, 21.01.08. L’udienza di oggi, del processo ai tredici militanti – accusati di sovversione dell’ordine economico costituito nello stato con la finalita’ di distruggere le citta’ di Napoli e Genova nel 2001 – ha partorito una certezza: giovedi’ 24 gennaio dalle ore 9.30 il dottor Domenico Fiordalisi, in rappresentenza di ROS, DIGOS e altro, vomiterà tutto il suo odio verso le lotte sociali.

    Oggi era presente l’avvocato dello stato, che con due parole (“Mi associo”) ha esaurito il suo intervento, cosi’ anche lui giovedi’ mattina dirà la sua.

    Sono stati poi ascoltati, periti e consulenti tecnici. Il ctu del Tribunale (Raffaele Borretti) che ha depositato la memoria il 16.12.07 sulle 26 telefonate che il pm si era “dimenticato” di peritare ricorda – dietro domanda delle difese – che molto del materiale audio consegnato su supporto megnetico e informatico non e’ stato ritrovato nel materiale consegnatogli. E non e’ dato sapere dove sono finiti.

    Quindi, poi, un piccolo giallo sulla tecnica delle intercettazioni, per la cronaca oltre 5.000 pagine. Moltissime intercettazioni infatti contengono voci registrate prima dell’invio della telefonata o della ricezione effettiva, infondendo il dubbio che l’intercettazione non sia stata effettuata con apparecchiatura autorizzata, ma con attrezzature “fai da te” in vendita in qualsiasi negozio specializzato, ma non autorizzato dalla legge per operazioni di polizia giudiziaria; o quantomeno effettuate con un doppio canale. Strani fatti.
    L’opposizione del pm e’ incentrata tutta sulla questione che l’avvocato chiami “scienziato” il ctu:

  77. rk says:

    http://www.cosenza2febbraio.org/index.php

    APPELLO ALLA MOBILITAZIONE
    > Erano passati pochi giorni dalla manifestazione di un milione di persone contro la guerra in Iraq che aveva concluso il Forum Sociale Europeo di Firenze, una delle più importanti esperienze di partecipazione democratica realizzate nel nostro paese.
    > La notte del 15 novembre 2002 venti persone che erano state fra gli organizzatori di quel Forum furono arrestate dai reparti speciali dei ROS e dei GOM. Ad altri cinque furono notificati gli arresti domiciliari. Quarantatre persone finirono indagate nel filone di inchiesta. Le irruzioni di uomini armati fino ai denti e con il volto coperto terrorizzarono molte famiglie a Cosenza, Napoli e Taranto.
    > Tredici persone furono rinviate a giudizio, accusate di aver voluto “sovvertire violentemente l’ordine economico costituito nello stato” per essere stati fra gli animatori delle grandi manifestazioni di popolo in occasione del vertice OCSE di Napoli e del G8 di Genova nel 2001.
    > Quel processo, iniziato il 2 dicembre 2004 presso la Corte di Assise di Cosenza, è alle sue battute finali. La requisitoria del Pubblico Ministero è prevista per il 23 gennaio, e poco dopo sarà emessa la sentenza.
    > Solo un mese fa il Tribunale di Genova ha comminato più di un secolo di carcere a ventiquattro manifestanti. Sono stati inflitti fino a 11 anni di carcere utilizzando reati da codice di guerra come l’accusa di “devastazione e saccheggio”.
    > Al contrario, nessuno ha pagato per le inaudite violenze compiute dalle forze dell’ordine sui manifestanti a Genova, giudicate da Amnesty International la più grave violazione dei diritti umani in Europa dal dopoguerra.
    > Nessuno dei dirigenti responsabili ha dovuto rendere conto degli errori ed orrori commessi: al contrario, sono stati tutti promossi. I processi per la macelleria della Diaz e le torture a Bolzaneto si avviano alla prescrizione per decorrenza dei termini. L’omicidio di Carlo Giuliani è stato archiviato senza un processo. Il Parlamento ha respinto la richiesta di istituzione di una Commissione di Inchiesta. Al contrario, gli imputati di Cosenza rischiano pene severissime.
    > Ancora una volta c’è bisogno di difendere la dignità calpestata del nostro paese e le garanzie democratiche – nel sessantesimo della Costituzione. Una volta ancora bisogna pretendere verità e giustizia sui fatti di Genova, e difendere il diritto a costruire un “un altro mondo possibile”.
    > Il nostro paese è pieno di lotte, vertenze nazionali e locali, resistenze e proposte per i diritti umani, sociali, civili, politici, ambientali, per la difesa dei beni comuni, contro la guerra e il riarmo. L’attivismo civile e la mobilitazione sociale dovrebbero essere considerati una risorsa di questo paese.
    > Al contrario, questi conflitti finiscono sotto processo e tante persone rischiano di vedersi rovinata la vita per il loro impegno sociale. Crediamo sia necessario allargare la riflessione, la solidarietà e l’iniziativa unitaria di fronte ai segnali di una deriva securitaria e repressiva contro ogni forma di diversità e di dissenso.
    > Agli imputati di Cosenza viene contestato di essere protagonisti attivi del movimento altermondialista e delle lotte per il cambiamento, attività che viene quindi considerata sovversiva e cospirativa.
    > Questo processo riguarda perciò fino in fondo tutti coloro che credono doveroso impegnarsi per una società e un pianeta più giusti e che vogliono per tutti e per tutte il diritto ad agire, ad opporsi, a praticare e vivere alternative.
    > E’ tempo di tornare a Cosenza da ogni parte d’Italia, come facemmo il 23 novembre del 2002 protestando insieme a tutta la città.
    > Costruiamo insieme una nuova grande manifestazione a Cosenza sabato 2 febbraio per liberare chi è sotto processo da accuse inaccettabili.
    > DIFENDIAMO IL DIRITTO A VOLER CAMBIARE IL MONDO
    > Le adesioni collettive e individuali vanno inviate a: liberitutti@inventati.org
    >

  78. r says:

    “Il 14 dicembre la Procura di Genova, presieduta dai giudici Devoto, Gatti e Realini, ha condannato 24 dei 25 imputati accusati di devastazione e saccheggio per i fatti del luglio 2001.
    Le pene sono pesanti vanno dai 6 agli 11 anni per i 10 condannati per devastazione e saccheggio; per i restanti 14 imputati pene dai 5 mesi ai 2 anni e mezzo, dato che i loro reati sono stati derubricati a danneggiamento e lesioni a pubblico ufficiale.
    Ad uno degli imputati, considerata la posizione in piazza Alimonda, sono stati dati 5 anni, senza tener conto della particolare situazione di Via Tolemaide.
    Una assoluzione.

    Tutti i condannati dovranno rispondere delle spese processuali (circa 20.000 euro) e dei danni patrimoniali e non patrimoniali delle varie Parti Civili (come Ministero della Difesa, Banca Carige ecc) in un processo civile.
    Per quattro dei condannati per devastazione e saccheggio, il tribunale ha anche disposto tre anni di misura di sicurezza, tradotta in libertà vigilata.
    La sentenza effettua una vera e propria discriminante tra coloro che sono stati ritenuti colpevoli di avere attaccato preordinatamente banche, negozi e forze dell’ordine e coloro che si sono scontrati con esse dopo le cariche in via Tolemaide. Si continua a sostenere e perpetrare il gioco portato avanti da anni sulle televisioni e nelle aule di tribunale dei manifestanti “buoni” e di quelli “cattivi”, ovvero di una modalità legittima di essere in piazza e di una che invece legittima non lo è.”
    roma.indymedia.org

  79. p says:

    ” avevo diritto di viverla, quella felicità. non me lo avete concesso. e allora è stato peggio per me, per voi, per tutti…
    dovrei rimpiangere ciò che ho fatto? forse. ma non ho rimorsi. rimpianti sì, ma in ogni caso nessun rimorso… ” p.c. 1994

    fuori i compagni dalle galere, dentro la digos e le camicie nere!

Comments are closed.