l’amministrazione di Falconara lascia la Squadra Rialzo nelle grinfie dell’API

 I comitati attaccano Recanatini: “Ha abdicato al governo”
“Ex rialzo, Comune indifferente”

FALCONARA – Questione di principio, mera contrapposizione ideologica o, al contrario intervento a difesa dell’integrità di una parte del territorio di Falconara e nella fattispecie del quartiere di Villanova?

La vicenda della ex Squadra Rialzo recentemente acquisita dall’azienda Api e per la quale il Comune, il 9 gennaio scorso, ha definitivamente rinunciato ad esercitare il diritto di prelazione, fa ancora discutere. Anche perché nonostante la mobilitazione popolare, con il coinvolgimento di privati cittadini e associazioni, ed il sostanziale nulla osta di Regione e Provincia, la giunta Recanatini, pur avendo a disposizione i fondi del contratto di quartiere 2, ha preferito scegliere una strada diversa.

Nell’ottobre del 2006, infatti, la Regione Marche finanzia con 5 milioni di euro le opere previste dal “contratto di quartiere Villanova/Falconara nord e, su richiesta dell’assessore Brunelli, dà anche un sostanziale assenso all’eventuale utilizzo di parte della cifra per l’acquisto della ex Squadra Rialzo. Poco dopo i cittadini della zona interessata dal contratto di quartiere, convocati in una pubblica assemblea, danno il loro parere favorevole, ma la giunta non ne tiene conto.

I primi giorni di gennaio la riunione convocata in Provincia per tentare di trovare una soluzione si risolve con un nulla di fatto e le officine della ex Squadra Rialzo passano definitivamente in mano all’azienda Api. “Il nocciolo della questione – dicono i rappresentanti dei comitati di quartiere – è che la nuova amministrazione comunale falconarese non ha mostrato la volontà politica di governare questo pezzo di territorio di Falconara a confine con la raffineria Api”.

Insomma, scegliendo di non esercitare il diritto di prelazione la giunta Recanatini ha espresso “una sorta di neutralità ed indifferenza riguardo ad una serissima questione che la riguarda in prima persona e riguarda tutti i cittadini falconaresi, ha abdicato al governo del territorio che, invece, è un dovere e un diritto”.

Secondo i comitati di quartiere, infatti, “sul governo del territorio – tanto più a ridosso e confine con una grande industria – non può esserci neutralità o non intervento altrimenti si sceglie il non governo che, oggettivamente, non tutela il cittadino ed il bene comune ma favorisce il soggetto privato più forte”. Tutto questo, fra l’altro, senza tenere minimamente conto del fatto che l´edificio stava diventando, in modo quasi spontaneo e naturale, un “affascinante contenitore culturale dove sono stati messi in scena con successo spettacoli teatrali e concerti” e dove era in avanzata fase di allestimento un ricchissimo museo della ferrovia (curato dal Dopolavoro Ferroviario) “che era contemporaneamente cultura, storia e scenografia” dello spazio teatrale.

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