Fate pure. (d’ora in poi anche a falconara, senza viaggi autoridotti nelle
vacanze noglobal, ma direttamente a casa vostra, a grossa sorpresa ernesto cimino…,
il locale concittadino assolto come aveva promesso…)
Torturare, minacciare, pestare e calpestare i diritti delle persone,
specie se voi appartenete alle forze dell’ordine e loro sono manifestanti,
in questo paese è un reato da niente. Al contrario spaccare una vetrina
è una delle cose più gravi che possa capitarvi di fare.
Le persone sono niente, la "roba" è tutto.
Ecco la morale che esce fuori dai processi di Genova.Nonostante l’impianto accusatorio dei PM che denunciavano le violenze e le
torture accadute all’interno della Caserma di Bolzaneto durante
le giornate del G8 del 2001, le pene per 15 su 45 inquisiti sono state lievi.
Lievi erano state le richieste, ancora più lievi sono state le condanne.Non potevamo aspettarci di più, non potevamo aspettarci di meglio,
dai tribunali di un paese in cui non è previsto il reato di tortura;
che c’è stata, sì, ma non accompagnata dall’abuso di ufficio
su cui si era retto, da un punto di vista giuridico, l’impianto processuale.
Quindi, a Bolzaneto, non è successo nulla o quasi.Nessuna violenza gratuita e nessuna violazione della Convenzione
internazionale per i diritti dell’uomo.
Contentino necessario ma non sufficiente per le 209 parti civili saranno i risarcimenti.Contentino altrettanto pietoso per avvalorare la triste tesi delle mele marce
le poche e lievi pene inflitte ai 15 ritenuti colpevoli,
tra cui spiccano il già condannato Perugini e Gugliotta,
responsabile per la penitenziaria della caserma.
I reati rimasti in piedi e comminati sono un generico abuso d’autorità e
fatti specifici e individuali, il che spiega la ragione delle "moderate condanne".Così cala il sipario, per ora, su questo processo che andrà in prescrizione nel 2009.
La verità emersa dalle testimonianze delle vittime di Bolzaneto è stata solo
parzialmente riconosciuta: difficile negare del tutto un’evidenza così luminosa
a pochi mesi dalla sentenza per l’altro grande processo alle forze dell’ordine,
quello per il raid alla diaz. Ma certo quello che racconta questa sentenza è
che la tortura è un abuso d’autorità e allora perchè la Diaz non potrebbe
essere letta come una tranquilla e dovuta perquisizione?
C’è da essere pessimisti ma questo si era già capito. Supportolegale
— contatti: info a supportolegale.org
Supporto Legale e’ una rete di persone che seguono i processi di Genova,
Cosenza, Napoli e Milano: quelli a manifestanti, quelli a pubblici ufficiali
accusati di violenza, torture, abuso di potere.
Supporto Legale trascrive le udienze, le trasforma in sintesi comprensibili,
le pubblica e le diffonde; inventa progetti, campagne e iniziative di informazione
e raccolta fondi. Supporto Legale, nato per iniziativa di alcuni mediattivisti che
partecipano alla rete di Indymedia, fa un lavoro di informazione e comunicazione,
di supporto tecnico e di finanziamento, con una serie di campagne di raccolta fondi,
versando integralmente il ricavato per il lavoro delle segreterie e per le spese processuali.
Perche’ la memoria e’ un ingranaggio collettivo.
la sentenza e i commenti di supporto legale
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L’ufficiale di polizia penitenziaria era stato indagato per i soprusi nella caserma di Bolzaneto
Ernesto Cimino è stato assolto a Genova
“Sulle violenze al G8 una sentenza giusta”
FALCONARA – “Un giusto processo, scevro da condizionamenti esterni”. Così il tenente colonnello Ernesto Cimino, ufficiale della polizia penitenziaria di origini campane da qualche anno trapiantato a Falconara dove è molto attivo nel sociale, commenta la sentenza della III sezione penale del Tribunale di Genova che lo ha assolto “perché i fatti non sussistono” nel procedimento sui soprusi e sulle violenze perpetrate nella caserma di Bolzaneto dalle forze dell’ordine ai danni dei manifestanti arrestati o fermati durante il G8 del 2001. Quindici condanne e e trenta assoluzioni, tra cui quella di Cimino. “Dall’inizio del processo – ricorda – ho sostenuto che i fatti che mi addebitavano non corrispondevano a verità perché ero responsabile delle traduzioni e piantonamenti” per questo “non avevo alcun potere sulla custodia delle persone arrestate”. La sua funzione, precisa il tenete colonnello, “iniziava solo dopo che l’arrestato lasciava la struttura detentiva poiché ogni incarico era stato assegnato con circolare ed ordine di servizio emessi dal Ministero della giustizia e da direttive del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria”. Ripercorre alcune fasi del procedimento e ricorda che, convinto della sua innocenza, nel marzo 2007 ha presentato istanza con cui rinunciava alla prescrizione in cui sarebbero caduti i reati che gli venivano contestati. Ma nel marzo 2008 la procura genovese ha depositato una richiesta di condanna a tre anni e sei mesi. “Nella stessa giornata Cimino, candidato nelle liste elettorali di Falconara nella lista “Puntoeacapo” ha deciso di non candidarsi “per evitare strumentalizzazioni”. Poi è arrivata la sentenza di assoluzione “che – sottolinea l’ufficiale di polizia penitenziaria – non significa che presso la caserma di Bolzaneto non sia successo nulla, e non significa che non abbia fornito le risposte all’opinione pubblica nazionale e straniera”. Continua. “La mia condanna sarebbe stata ingiusta” e considera “l’unico vero rammarico l’aver subito per sette anni un ingiusto processo”. La decisione dei giudici “è la migliore risposta a chi ha gettato fango sul mio nome e sulla divisa che indosso”.