Contro gli sgomberi diamo spazio alla libertà
"Sequestro preventivo" per il cs Horus a Roma e il Lab. Paz a Rimni
Due sgomberi manu militari di centri sociali, diversi per caratteristiche e città in cui vivono, avvenuti questa mattina a Roma e Rimini, aprono con forza la questione degli spazi di libertà.
Un tema quello della libertà declinata nella creazione di luoghi che la
promuovono, che la difendono, che la cercano nel caos delle nostre
metropoli desertiche, che è sempre più al centro dell’agire sociale di
chiunque senta la necessità di vivere e non di trascinarsi come un
automa da un problema all’altro. Gli spazi di libertà, e i centri
sociali in primis, non sono questione di pochi, o di identità ferree e
perfette, o peggio ancora di ghetti separati e compatibili.
Esprimono in tutta la sua attualità il tema della democrazia come
produzione del comune, dell’indipendenza come autovalorizzazione,
dell’autogestione come autogoverno. Ma anche attraversano e sono
attraversati da una nuova composizione sociale nell’epoca della crisi
globale. Come si affronta collettivamente questa nuova stagione? Come
si risponde agli sgomberi polizieschi e perchè? Non riusciremo a
trovare risposte se non capiamo, insieme, cosa sono oggi i centri
sociali e come contribuiscono alla grande questione sociale della
necessità per ognuno di avere spazi di libertà. I due sgomberi di oggi,
invece che chiudere, aprono. Questa è la speranza, e anche la sfida.
IL COMUNICATO DI SOLIDARIETA’ DALLE MARCHE
Se non c’è più un posto dove scappare, in ogni posto, allora, è giusto attaccare
Oggi due spazi sociali sono stati sequestrati. Horus
(Roma) e il PAZ (Rimini) avevano restituito alla città due luoghi
altrimenti destinati o alla speculazione edilizia o all’incuria urbana.
Lo strumento utilizzato è quello del "sequestro preventivo". Come già sperimentato a Civitanova Marche per il Csoa Jolly Roger, con queste azioni senza precedenti il
potere giudiziario gestisce direttamente con gli strumenti della
repressione penale le problematiche connesse alla conflittualità sociale.
Questi sgomberi sono la risposta vergognosa di una politica che mentre
con i soldi pubblici salva banche, speculatori ed i loro profitti, con
la forza pubblica chiude spazi di produzione sociale e culturale.
Spazi che in questi anni sono stati il cuore pulsante
di lotte per i diritti dei migranti, per il reddito, per la casa, per
la difesa del territorio e dei beni comuni. Spazi che sono l’antidoto
naturale contro il virus razzista e fascista che serpeggia nelle nostre
città. Spazi che, oggi, attraversano i potenti movimenti di
universitari, ricercatori, insegnanti contro la devastazione del
sistema formativo.
L’attacco contro Horus e il PAZ è un atto di guerra
contro tutti gli spazi sociali. Un atto che merita una risposta
adeguata, capace di rilanciare, capace di attaccare. Una risposta
capace di incidere nell’asfalto: guai a chi ci tocca!
Comunità Resistenti delle Marche
Dopo poche ore dal provvedimento della magistratura, un centinaio di persone si sono ritrovate nella piazza principale per il presidio pubblico lanciato dal Laboratorio sociale Paz, piazza trasformata per l’occasione in un luogo simbolico posto sotto sequestro.
I nastri rossi e bianchi che circondano ora l’ex centrale del latte, occupata il 21 settembre 2008, si sono spostati nel cuore della città.
Poi, il presidio, si è trasformato in un corteo spontaneo per le vie del centro storico.
Il Paz continua da qui, dalla sua città e dalla sua gente, continua perchè – come abbiamo sempre detto – non basta blindare uno spazio sociale perchè il suo humus, le sue radici, il suo cuore continuino a battere.
mercoledì 22 ottobre 2008
PRIMO GIORNO DALLA DICHIARAZIONE DI GUERRA DEL SINDACO ALEMANNO ALLA CITTA’
DI ROMA
Una giornata straordinaria: un corteo di cinquemila persone ha dimostrato
che Roma non ha paura dell’atto di guerra del sindaco Alemanno e del
ministero degli interni.
Centri sociali, movimenti di lotta per la casa, reti studentesche e
universitarie, sindacati di base e tutte le realtà autorganizzate hanno
portato l’indignazione e la rabbia nelle strade della città bloccando, sino
a sera, la mobilità del quadrante nord-est della città. Il tentativo di
cancellare l’esperienza dell’ Horus Occupato attraverso un’operazione di
guerra è fallito, come è fallito il tentativo di dividere i movimenti tra
“buoni e cattivi”, tra chi occupa spazi sociali e di cultura e chi invece
occupa spazi abitativi. Questa prima risposta della città non è che
l’inizio: la campagna per la liberazione dell’ Horus dall’occupazione
militare continuerà fino a che questo spazio non sarà restituito all’altra
città, quella che ha invaso le strade il 17 ottobre scorso.
L’operazione di criminalizzazione dei movimenti utilizza forme che abbiamo
già conosciuto nel passato: l’ Horus Occupato è totalmente estraneo al
presunto ritrovamento di bottiglie molotov e respinge in modo netto
qualsiasi provocazione che miri a screditare il carattere pubblico e
trasparente delle nostre pratiche di conflitto.
Non daremo tregua a chi vuole zittire ogni forma di dissenso: la campagna di
liberazione prosegue oggi pomeriggio alle ore 16.30 in piazza Sempione per
un “presidio itinerante”, che lancerà delle azioni diffuse nel territorio e
nella metropoli, proseguendo il censimento dal basso delle cattedrali della
rendita e della speculazione.
Giovedì 23 alle 16.00 assedio sonoro in piazza del Campidoglio in occasione
della seduta del consiglio comunale.
Sabato 25 dalle 22 –> segui il BPM, segui il battito della festa e della
libertà!
Per ricordare ad Alemanno e alle destre che Roma è libera e non tornerà
indietro.
LA LIBERTA’ NON SI PAGA SI STRAPPA – GUAI A CHI CI TOCCA
Le compagne e i compagni dell’Horus Occupato
Blocchi Precari Metropolitani/Unders
Palestra Popolare Valerio Verbano
Astra19 spazio pubblico autogestito
Volontè Occupato
Villa via Alpi Apuane Occupata