Una ruspa in consiglio comunale

Peccato fosse solo una ruspa giocattolo, ma almeno che si divertano con quelle invece di scherzare con le vite delle persone…Più o meno così hanno inveito alcuni attivisti del Kontatto presenti questa sera alla seduta del consiglio comunale di Falconara.

Si discuteva, tra le altre cose, della ormai famosa vicenda dello sgombero e demolizione del prefabbricato di via Stadio, abitato dalla famiglia Caimmi, avvenuta nel novembre scorso.

Due le interrogazioni delle opposizioni che chiedevano spiegazioni sulle motivazioni e modalità dello sgombero, e sulla questione del megamanifesto natalizio di autoesaltazione dell’operazione securitaria. Ben due mesi perchè questa vicenda meritasse una pubblica discussione da parte dei nostri rappresentanti cittadini.
Oggi ci chiediamo a cosa sia servita.
Oggi, e ancora una volta, il consiglio comunale si è mostrato per quello che è, o per quello che è diventato: un luogo svuotato di ogni capacità di rapportarsi con i problemi reali della Città che vorrebbe rappresentare; un teatrino dell’inutile; uno spazio autoreferenziale. In sostanza, una cassa di risonanza per i monologhi della giunta Brandoni, arroccata in modo ferreo e sordo su se stessa, e restia ad ogni forma di confronto e contraddittorio degni di questo nome.
Nonostante la vicenda abbia ricevuto l’attenzione e la solidarietà del tessuto associativo cittadino, del mondo cattolico, delle forze di opposizione cittadine. Nonostante sia ormai partita una causa civile e penale nei confronti del Sindaco agita dalla parte lesa ed una richiesta di spiegazioni da parte del Difensore Civico. Nonostante gli appelli, forse interessati ed autoreferenziali anch’essi, delle forze di opposizione, ad una partecipazione, pacata e silente s’intende:

"Non si tratta di voler contrapporre la Falconara solidale alla Falconara che soffia sul fuoco della tolleranza zero, tutt’altro…si tratta di manifestare il nostro interesse sulla questione della “INSICUREZZA e della NON INTEGRAZIONE”, andiamo per trasmettere ai nostri rappresentanti in consiglio comunale (di qualunque schieramento essi siano) che serve un vivere “civile” e che per arrivarci occorre affrontare il tema dell’integrazione consapevoli si delle “paure”, ma non per questo disposti alle inciviltà e all’intolleranza e al rifiuto dell’accoglienza".

Così recitava uno di questi appelli all’adunata cittadina, disertata come tutti i consigli comunali dell’era Brandoni. Vuoi per gli orari improponibili, vuoi per i motivi suddetti, vuoi perchè Falconara rispecchia proporzionalmente e nel ‘miglior’ modo tutte le schifezze e le miserie presenti dell’Italia media contemporanea.
Vuoi perchè, oggi come non mai, è necessario prendere posizione, prendere parte, parteggiare, essere partigiani. E parteggiare significa mettersi in gioco a prescindere, senza aspettare che tutti siano d’accordo, anche al di là della maggioranza, che diventa troppo silenziosa, e tollera simili soprusi.

Oppure in alternativa è meglio starsene a casa, come fa larga parte dei nostri concittadini. Nel dubbio "fatti i cazzi tuoi": questa la regola generale che supera e coinvolge molto di più, anche rispetto al buonismo del "tutti hanno ragione, cerchiamo di capire, tutti insieme" che, in soldoni, rappresenta il succo della chiamata riportata in virgolette sopra.

Presenti allo show un nutrito gruppo di ragazz* del c.s.a. Kontatto, una delegazione delle Associazioni in Rete, Diego Caimmi e il rappresentante della comunità rom falconarese Umberto Spinelli; ma soprattutto una ruspa giocattolo, che tra il brusio e lo stupore generale ha catalizzato l’attenzione, tra la noia delle frasi fatte e delle risposte mancate.
Prima spuntata tra il pubblico, si è poi diretta verso l’emiciclo. Solo uno spontaneo applauso rivolto al consigliere Mastrovincenzo e la disapprovazione verso l’intervento del Vicesindaco e Assessore ai Servizi Sociali Baldassarri, hanno, per un momento, distolto l’attenzione dei presenti da lei, la vera protagonista della serata. Anche perchè stasera il Sindaco, dopo le disinvolte dirette televisive sull’argomento e le dichiarazioni giornalistiche perentorie cui ci ha abituato in questi mesi, ha preferito tacere.
Del resto, da quello che si è desunto anche stasera, la maggioranza è un disco rotto: ha ripetuto le medesime giustificazioni dei giorni di novembre e di questi ultimi due mesi, riuscendo almeno questa volta ad evitare ulteriori autocelebrazioni, visto il contatto diretto con gli interessati presenti.

Ce ne andiamo con le stesse impressioni con cui siamo arrivati: il consiglio comunale è ormai un luogo alieno e lontano da ogni capacità di risoluzione dei problemi reali delle persone.
Il diritto alla casa, le rivendicazioni e i bisogni dei precari, la tolleranza e il rispetto per la dignità delle persone, non abitano più qui. Servono altri luoghi, altre pratiche, tutte da costruire ed inventare.

Peccato fosse solo una ruspa giocattolo…

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